La Chiesa - Parrocchia Santa Maria Assunta

Parrocchia Santa Maria Assunta di Solesino
Diocesi di Padova
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CENNI STORICI
Le notizie sotto riportate sono tratte dal libro “SOLESINO – Breve storia del Comune e della Parrocchia” scritto da Don Domenico Pegoraro nel 1928, si trovano numerose informazioni grazie alla ricostruzione e alla ricerca eseguita dall'autore presso l'Archivio della Curia Vescovile Diocesana e la Biblioteca Civica di Padova.

La Chiesa, come la vediamo oggi, risale alla fine del XVII secolo.
Nel libro si legge: “L'anno 1688 il Parroco D. Antonio Maria Nepoti di Lodi, anima ardente di apostolo, nota con rammarico che la Chiesa costruita verso la fine del sec. XII, era insufficciente ai bisogni della popolazione accresciuta e pensa ad ingrandirla.
Il suo disegno è accolto favorevolmente dai Massari e dagli Uomini del Comune, i quali si dichiarano essi pure risoluti “di slongar la Chiesa” e impetrano all'uopo la necessaria licenza dall'Abate dei Monaci Olivetani di Padova. Si stabilisce perciò quello che ora si direbbe il piano dell'opera e, annunciatolo in Chiesa, si comincia senza indugio a tradurlo in effetto.”

Nel 1695 si iniziarono i lavori della Sagrestia e della Canonica.
Dai documenti visionati non sono stati rintracciati i nomi degli autori degli interventi che via via nel tempo si sono succeduti, ad eccezione del recente restauro a firma dell'Arch. Guido Visentin di Padova, i cui lavori sono stati realizzati a cavallo del 1995 e del 1996.
Sempre su progetto dell'Arch Guido Visentin di Padova, furono realizzati i lavori di completamento del restauro e ampliamento della Chiesa (in particolare il restauro del presbiterio e la realizzazione della cripta sottostante). I lavori vennero realizzati tra il 2003 e il 2004 .
La cripta attualmente non risulta del tutto terminata in quanto manca la pavimentazione, la tinteggiatura e il completamento sia dell'impianto elettrico che dell'impianto di riscaldamento.

Il campanile staccato dalla Chiesa fu completamente ristrutturato su progetto dell'Arch. Alberto Ruffato di Padova nel corso dell'anno 2010.

NOTIZIE STORICHE
La Chiesa Santa Maria Assunta di Solesino fu fondata nel XII secolo, presumibilmente intorno al 1183.
Nel libro troviamo: “L'anno prima della morte del Marchese Alberto, avvenuta nel 1184, Gerardo Vescovo di Padova si portò a Solesino per la cerimonia di consacrazione della Chiesa Parrocchiale dedicata, come lo è tuttora, a Maria SS. In quella circostanza pensò, com'era suo dovere, a dotare la stessa Chiesa di beni immobili e si rivolse all'uopo alla generosità del Marchese Alberto che era presente. Ma questi rispose di non poter annuire alla preghiera del Vescovo affermando che quanto possedeva a Solesino era feudo dei Duchi.”
Queste sono le parole di un “testimonio auricolare” tale Nasimverra che depose in occasione di un processo tra i familiari della Casa d'Este.
Nella seconda metà del 1400 la cura delle anime e la manutenzione della Chiesa Parrocchiale di Solesino è affidata a religiosi appartenenti al Monastero Olivetano di S. Benedetto di Padova.
Dai documenti si evince che la Chiesa era rivolta verso Ovest, come lo è tuttora, e misurava 12 passi (un passo al tempo della Repubblica Veneta equivaleva a m 1,7387) in lunghezza e 4 passi in larghezza. Il tetto bipartito, sostenuto da travi in quercia, poggiava sui muri all'altezza di 6 passi.
Una parete costruita nel mezzo, alta 7 piedi (un piede equivaleva a m 0,348), divideva la Chiesa in due settori, l'uno dei quali, il più prossimo all'altare maggiore, era occupato dagli uomini, l'altro dalle donne.
Il pavimento era di mattoni disposti a spina di pesce e davano luce ed aria, alla Chiesa angusta, quattro finestre aperte sulla parete a mezzogiorno e una bifora sovrastante la porta d'entrata.
Sulla facciata erano dipinti lo stemma dei Benedettini e le immagini di S. Benedetto da Norcia e di S. Antonio Abate.
Nel 1570 il Vescovo di Padova Mons. Ormanetto recatosi a Solesino trova i vasi sacri di latone e buona parte dell'arredamento sacro tutto tacconato. Ordina che ogni cosa sia rifatta, vuole chiuso il cimitero e imbiancata la chiesa e “per le figure e i volti serrati che la chiesa aveva due ali e che una di dette ali a man destra dell'altar grande è stata fatta cusina e caneva […] si faccia la sacrestia ove è stata fatta la caneva”.
All'inizio del XVII secolo si innalzò dando forma di campanile alla torre marchionale che si ergeva di fronte alla Chiesa. Non sono stati ritrovati documenti che indichino dettagli e misure del campanile.
Alcuni anni dopo, con l'aumento della popolazione, venne aperta la navata destra della Chiesa, si costruì l'altare di S. Felice e si innalzò una cappelletta per il Battistero. Altri lavori erano in fase di esecuzione, ma nel 1630 una tremenda epidemia di peste arrestò qualsiasi azione.

Nel 1688, la popolazione è nuovamente aumentata e il Parroco Don Antonio Maria Nepoti di Lodi pensò di ingrandire la Chiesa. Grazie all'aiuto di alcune famiglie benestanti e anche degli abitanti di Solesino, la Chiesa venne terminata nel 1690. A cinque anni dalla costruzione della Chiesa, iniziarono i lavori della sagrestia e della canonica, terminati velocemente. Nel 1695 venne installato il primo organo. Nel 1707 iniziarono i lavori di rifacimento della facciata.
Nel 1745 vennero coperte le travature della Chiesa con un grande soffitto e fu decorato da un dipinto di “grossolana fattura” rappresentante l'Assunzione della Vergine in Cielo.

Nel 1903 il campanile venne demolito a causa del notevole degrado e il 21 Ottobre 1906 alla presenza dell'Arciprete di Monselice, Mons. Giuseppe Tedeschini, fu posta la prima pietra del nuovo campanile. L'inaugurazione solenne avvenne il 14 Agosto 1927. ¹

Recentemente, nel 2010, su progetto dell'Arch. Alberto Ruffato di Padova, il campanile venne completamente ristrutturato in quanto molto degradato.

DESCRIZIONE
La Chiesa presenta un orientamento est-ovest e risulta su un poggio di circa m 2,50 rispetto al piano stradale.
La Chiesa semplice sia all'esterno che all'interno, non presenta specifiche connotazioni riconducibili ad un preciso stile architettonico.

La facciata, come già accennato di forma molto semplice è costituita da quattro paraste simile allo stile tuscanico, di ordine gigante, poggianti su alto basamento di ordine dorico, scandiscono con ritmo semplice la facciata e sorreggono la trabeazione da cui si sviluppa il sovrastante timpano.

Al centro vi è l'ingresso principale, con portone in bronzo di recente installazione, con sovrastante ampiafinestra termale. Ai lati due ingressi secondari, anch'essi con portoni in bronzo e sovrastanti altorilievi.
Leggermente arretrati rispetto alla facciata si trovano due semplici volumi.

Infine un ampio sagrato pavimentato con cubetti di porfido conduce all'ingresso principale e agli ingressi laterali. Internamente è costituita da un' unica aula di dimensioni di circa m 17,50 x m 25,00; tre alzate conducono all'area presbiteriale absidata di forma poligonale, dove è presente l'altare.

La parte absidale contiene l'altare pre-conciliare con all'interno custodito il Santissimo Sacramento.
Il presbiterio, che richiama lo stile rinascimentale, è circondato a destra e a sinistra da due aperture, una specie di “coro” dove trovano posto al bisogno i fedeli.

Ai lati dell'aula vi sono due corpi costruiti in tempi diversi: a destra dell'ingresso trova posto la sacrestia e una sala filtro anch'essa con accesso dall'esterno.
A sinistra rispetto l'ingresso trova posto il battistero e un'ampia sala penitenzieria.

Di recente realizzazione la cappella feriale (cripta) sottostante alla zona presbiterio e abside.

Copertura aula a due falde sorretta da capriate in legno non a vista, e manto di copertura in coppi. Copertura parte presbiteriale absidale a più falde sorretta da struttura in legno con manto di copertura in coppi.
Il soffitto dell'aula risulta piano, mentre quello presbiteriale a volte incrociate.
Le fondazioni sono presumibilmente costituite di pietrame.
Struttura portante in muratura. Pavimentazione in piastrelle di marmo.

¹ D. Domenico Pegoraro - “ SOLESINO – Breve storia del Comune e della Parrocchia”.
Testo tratto dalla relazione per il censimento delle chiese redatto dall'Arch. Massimiliano Negrello.

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